All’indomani dell’elezione di Joe Biden e dopo Trump, un’analisi dei rapporti USA-UE.
“America First ha isolato l’America”. Con queste parole Joe Biden ha aspramente criticato la politica estera di Trump, sostenendo la necessità di ricucire gli strappi e allentare le tensioni, anche e soprattutto con i partner europei. Il nuovo inquilino della Casa Bianca dovrà fare i conti con un’Europa ferita da quattro anni di Presidenza Trump. Mai prima di Trump un Presidente americano aveva definito l’Unione Europea “un nemico commerciale” imponendo dazi, messo in discussione i principi della NATO e parteggiato apertamente per movimenti euroscettici e Brexit. Agli occhi di Biden la dialettica trumpiana si è rivelata troppo aggressiva ed ha spinto le maggiori potenze europee a fidarsi sempre meno di Washington. Ecco allora che un cambio di narrazione diventa urgente e necessario.
A differenza di Trump, Biden si schiererà dalla parte dell’Unione Europea, specialmente per quanto riguarda dossier globali e regionali come clima, multilateralismo e Iran. In particolare, durante la Conferenza annuale sulla Sicurezza di Monaco, il neo inquilino della Casa Bianca ha recentemente sostenuto la necessità di rafforzare l’alleanza con le potenze europee, così da poter contrastare con successo autocrazie come Cina e Russia e dimostrare che la democrazia è ancora funzionale ai bisogni della civiltà occidentale. L’obiettivo di creare un fronte occidentale unito contro Cina e Russia resta complicato (considerando le divisioni interne al blocco europeo) ma il dialogo aperto dalla nuova amministrazione proverà a smussare le posizioni.
Non possiamo aspettarci una svolta tout-court nelle relazioni transatlantiche, almeno non nel breve periodo. Aldilà di un riavvicinamento fisiologico, rimarranno divisioni e conflittualità e Biden seguirà le orme di Trump su alcuni dossiers fondamentali. In continuità con le precedenti amministrazioni, Biden ha definito il gasdotto Nordstream 2 (che collega Russia e Germania scavalcando i Paesi Baltici)“un cattivo affare per l’Europa”, pur sapendo che sarà molto complicato frenare un progetto in stato avanzato da mesi.
Non cambieranno le posizioni sulla NATO. Come Trump, Biden presserà gli alleati NATO affinché incrementino i loro investimenti nel settore militare ed utilizzino i loro eserciti in aree come Nord Africa o Mediterraneo Orientale, che non rientrano nelle priorità del Pentagono. Pressioni di questo tipo non devono però far pensare a spaccature insanabili tra Stati Uniti e partner europei. Proprio la decisione recente di mantenere circa 10.000 soldati americani in Germania – in controtendenza con quanto ipotizzato da Trump – evidenzia in modo decisivo la centralità dell’Europa per la nuova amministrazione.
Per quanto riguarda le relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, i nodi da districare rimarranno sul tavolo. Assisteremo ad un graduale allentamento delle tensioni, ma la guerra commerciale non finirà con effetto immediato e la tassazione commerciale sui colossi digitali sarà ancora tra i punti più discussi.